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Visualizzazione dei post da 2019

La RABBIA, compagna di vita

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Uno dei sentimenti più costanti che ho provato nell'ultimo trimestre è la rabbia. E' una compagnia spiacevole per me, perché non sono abituata a vivere preda di emozioni costanti o di stati d'animo che persistono indipendentemente dagli eventi esterni. Mi sono osservata tanto a lungo, in questi mesi. Non è che avessi molto altro da fare, in effetti. Tutti i miei peggior difetti, spinti un po' dal dolore e dalla fatica e un po' dall'esigenza di condividere controvoglia spazi privati, sono venuti a galla. Mi sento intollerante, chiusa in me stessa, egoista e insofferente. Pare che il decorso post-operatorio stia procedendo come da manuale. Avverto ogni giorno minimi miglioramenti, ma mi accorgo di aver perduto la dimestichezza con i gesti più istintivi e banali, e rendermene conto è stato disarmante. Devo rieducare il mio corpo a compiere movimenti che ho sempre dati per scontati, imparati e assimilati fin da quando ero bambina. Per intenderci:

Un racconto autobiografico: "Cronaca di un infortunio NON annunciato"

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E' un sabato normale, il sabato che ci porta nell'autunno, e nella assoluta routine all'improvviso accade il patatrac . Qualcosa si rompe, e stavolta non è solo un'immagine. In questo pomeriggio di settembre avanzato il tempo è ancora clemente, la temperatura piacevole. Infatti per stasera abbiamo organizzato un'ultima grigliata con amici, e per una volta mi è stato impedito di cucinare qualsiasi altra cosa. Posso solo affettare il pane e i formaggi bresciani che ho portato a casa dal mio ultimo raid. Quindi alle cinque mi rendo conto che sta accadendo qualcosa che ha del miracoloso: sono a casa da sola in tutto relax. Nico è uscito con i suoi compagni, e rientrerà giusto per cena. Marti è appena partita con Simo per andare al compleanno di una sua amichetta e si fermerà da lei anche a dormire. Così decido di approfittare della pace per buttarmi in doccia, ma ho intenzione di affrontare una Signora Doccia, una come si deve, con maschera per i capelli, scrub, tr

Consigli di lettura: "Nel silenzio delle nostre parole" di Simona Sparaco (Sui genitori, sui figli, e sulle parole che non si dicono)

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"Quante parole ci diciamo che sono solo silenzio?" Questa frase mi ha colpita come un sasso in fronte, perché sublima un concetto, una consapevolezza, su cui sto lavorando anche io. E' tratta da un romanzo appena terminato, che mi ha lasciato qualcosa su cui riflettere. Il libro in questione si intitola Nel silenzio delle nostre parole , l'autrice è Simona Sparaco, edito da DeaPlaneta (per dirla tutta: il libro ha vinto la prima edizione di questo premio prestigioso). E' un libro forte, scritto in maniera cruda e vibrante, commovente in alcuni tratti. Di sicuro invita a pensare. Non voglio raccontarvi la trama, ma voglio soffermarmi sul fil rouge che dà anche il titolo al romanzo, le parole non dette. Sono molte le parole che nella vita quotidiana diamo per scontate, per fretta o per pigrizia, o per abitudine, o ancora per orgoglio. Ma qualche volta bisognerebbe ricordarsi che la vita è qualcosa che non ci appartiene, e che nessuno può sapere

Scrittura o telepatia?

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Quando mi sono laureata ho creduto per un breve, brevissimo istante che avrei finalmente potuto dedicarmi a scrivere e smettere di studiare. Pensavo, alla peggio, di dovermi documentare per creare dei mondi verosimili, storicamente  e/o geograficamente accettabili, al limite per approfondire alcune delle tecniche che caratterizzano i diversi generi letterari. Poi mi son guardata intorno, proprio ora, e mi sono resa conto che il panorama non è cambiato molto rispetto a qualche tempo fa. Libri, dispense, appunti, note qua e là. La realtà è che scrivere ha ben poco di quell'immagine romantica e idealizzata che tutti conosciamo. L'ispirazione ritengo sia necessaria, certamente, ma molto è progettazione, costruzione e, soprattutto, focalizzazione. Con la testa libera di esprimere i pensieri è molto difficile autodisciplinarsi, non perdere il filo, non farsi portare dall'immaginazione in mete, ahimé, desolate e al di fuori del contesto. Come in ogni lavoro -

Consigli di lettura: "La versione di Fenoglio" di Gianrico Carofiglio

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"Ma sai, per quanto pensiamo di essere superiori a certi meccanismi, questi ci condizionano . Possiamo essere abbastanza lucidi da osservarli in noi stessi eppure incapaci di contrastarli davvero." Ebbene, per una volta mi trovo stranamente a parlare di un libro che da diverse settimane si trova al primo posto nelle classifiche di vendita (in Italia). Normalmente non mi lascio condurre nella scelta delle mie letture dal successo delle nuove uscite, sono sempre un po' diffidente. Questa volta, invece, mi sono incuriosita e ho affrontato la lettura di "La versione di Fenoglio" con un'estrema neutralità. Devo dire, innanzitutto, che il libro mi ha sorpreso. E' certamente una lettura piacevole, non particolarmente impegnativa, non troppo lunga, quindi consigliata anche a chi non ama i libri cosiddetti "pesanti". La vicenda si svolge nell'arco di qualche giorno e racconta la nascita di un'amicizia tra un ragazzo, che ancora

Delle potenzialità e dei fatti

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A quarantaquattro anni suonati, mi sono resa conto improvvisamente che non riesco più a sentir parlare di potenzialità.  Le potenzialità sono una bella cosa, diciamocelo: è come riuscire a guardare oltre le apparenze, andare dritti alla sostanza, al cuore dei concetti o delle persone; significa insomma avere una visione. Significa saper osservare e vedere quello che ancora non c'è, ma potenzialmente può emergere. E' un dono, ma non è un dono di tutti: essere in grado di non fermarsi allo strato superficiale delle cose ma saper affinare, sgrossare, tirare fuori il meglio, è una dote incredibile. Eppure, molti anni fa, un professore che stimo tantissimo mi disse che a volte avere un dono così è una specie di maledizione. Allora non avevo capito cosa intendesse dirmi, ma oggi improvvisamente il succo di quel discorso mi è molto chiaro. E' inutile faticare per far emergere qualcosa di profondo se l'investimento è a senso unico.  Personalmente, nella mia vita cr

I figli crescono, le mamme imbiancano

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Ok, l'imbiancatura per quanto mi riguarda è arrivata da un bel pezzo, e in fondo non l'ho mai considerata un gran problema, a parte la seccatura di dover ricorrere a tinte periodiche eccetera. E, sì, anche io ho valutato di lasciarmi la testa argentata, come certe signore che fanno un figurone con i loro bellissimi capelli bianchi, ma purtroppo non riesco a vedermi con un contorno di capelli chiari.  Ho capito però negli ultimi tempi che questi sono solo dettagli. Non sono pochi, per carità: i capelli bianchi, la pelle che è cambiata, qualche disturbo nuovo che ogni tanto salta fuori, le articolazioni che sentono il freddo più di prima e, soprattutto, la vista che cala (e questo, per me in particolare, è sinceramente il disturbo più fastidioso, dato che ho sempre fogli scritti sotto il naso). Eppure, ripeto, sono tutti dettagli: il vero invecchiare, mi rendo conto, è ben altro; è il gran desiderio a volte di mollare la spugna. E' la tentazione di lasciarsi andare e las

Consigli di lettura: La tetralogia de "L'Amica Geniale" di Elena Ferrante

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"L'Amica Geniale" è comparso nella mia vita a caso, dopo averne rimandato a lungo la lettura, praticamente in contemporanea alla messa in onda dell'omonima serie Tv sui canali Rai. So bene quindi che oggi c'è un rinnovato interesse per questa saga, per questa storia, e non posso che esserne felice. Spero che tutti la leggano perché l'ho trovata bellissima. Non mi voglio limitare al "bellissima", è un aggettivo troppo piccolo, troppo chiuso in se stesso per definire questi libri. La storia, per chi non lo sa, è quella di due amiche d'infanzia che si snoda lungo l'arco di tutta una vita (o quasi). E' suddivisa per periodi, dall'infanzia alla vecchiaia, e insieme al racconto delle vicenda di Lila e di Elena, le due protagoniste, è una lunga narrazione di ciò che le circonda: gli amici, i nemici, le famiglie, le usanze e, soprattutto, il rione . Il rione napoletano in cui le ragazze sono nate non è solo uno sfondo, un'ambienta

Focus Point n. 3: Accogliere il cambiamento

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Buongiorno e buon anno! Anche voi siete tra quelli che a inizio anno stilano buoni propositi? E poi riuscite a rispettarli?  Io ho rinunciato tanto tempo fa a questo "hobby", perché negli anni mi sono resa conto che tener fede a impegni e propositi imposti in un momento di festa e di riposo (le vacanze di Natale, di solito) mi è sempre complicato. La mia vita è sempre soggetta a imprevisti, novità, sorprese. Ecco, vorrei fare una piccola considerazione sugli imprevisti. Per quanto mi riguarda ho definito che gli imprevisti fanno talmente parte della mia vita da non essere più imprevisti; mi spiego meglio: non so mai cosa accadrà, ma so che di certo accadrà qualcosa, con una regolarità quasi... programmabile! Così, osservando le cose da questo punto di vista, ho imparato a chiamare questi momenti SORPRESE, o NEWS DEL GIORNO.  E' chiaro, non si tratta quasi mai di sorprese piacevoli, o comunque di fatti/eventi che semplificano la vita (anche se qualche volt