Come stai oggi?
Ecco una domanda che ultimamente non mi pongo mai. Marcio diligente tra le mie scelte e le loro conseguenze, affronto i doveri, i ritmi, i fastidi, mi dedico a un nuovo amore e a vecchie amicizie. Ma come sto, come mi sento?
È come se tutto ciò che mi circonda fluisse con implacabile scadere, coerente, autonomo, indipendente; è questo che sento oggi, ora, proprio in questo istante, mentre i giorni scorrono in maniera ineluttabile e io con loro, facendo cose che spesso non sento mie e altre che invece sgorgano proprio dal mio luogo più profondo.
Mi sento come il fiore in questa foto, un anticipo di qualcosa che fa capolino tra erbe sempre uguali, qualcosa che emerge nella sua bellezza e nella sua forza, qualcosa che non è più inverno ma ancora non è primavera.
È difficile per me lasciare il mio lungo inverno. Lo desidero con tutte le mie forze, eppure accadono episodi che mi fanno riflettere e che non hanno a che vedere con i sentimenti o con le decisioni, ma con l'indole. Con l'educazione. Con quello che mi si è radicato dentro e che si manifesta nonostante io non lo voglia più.
Sono stata educata al rispetto per gli altri, a un rispetto talmente morboso da non esserlo più; a non dare fastidio, a non disturbare. A non essere un fastidio o un disturbo, perché io sono quella che ci deve essere quando agli altri serve, ma di cui non si cura nessuno quando il bisogno è mio.
Per forza, sì, perché mi sono educata a un senso di giustizia deviato e non ho imparato, se non con gli anni e a fatica e a caro prezzo, a discernere tra ciò che va fatto perché qualcuno se lo aspetta e ciò che è giusto fare per il benessere e il miglioramento, mio e degli altri.
Mi è piaciuto molto il tuo post! La tua prospettiva unica distingue la tua scrittura. Non vedo l'ora di saperne di più!
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