Frustrazione

Ci sono delle giornate che ti riversano addosso ondate di liquami.
Ti senti soffocare, e annaspi, ma la sporcizia che ti chiude gli occhi, e il naso, e la bocca, è capace di offuscare anche i pensieri. Sa togliere lucidità, e, nonostante la bocca sarebbe meglio restasse chiusa, escono invece parole che mai avresti pensato di voler dire, nemmeno forse a concepire. Parole che per vedere la luce ti costringono a ingoiare tanta merda.

E poi ti senti sopraffatta, perché sai che le persone a cui le indirizzi queste parole non le possono comprendere, non capiscono da dove scaturiscono, non hanno gli strumenti per affrontare il loro significato profondo. Perché, accidenti, ci sono delle persone che forse tali parole non le meritano nemmeno, nemmeno le più cattive o rancorose che tu riesca a formulare. A volte le persone sono vicine, le senti come un pugno nel cuore, eppure non sanno afferrare l'essenza più manifesta di te. E allora, all'improvviso, capisci che se anche possono ravanare liberamente nel tuo cuore sono molto più lontane di quanto tu possa immaginare. Un attimo prima erano lì, condividevano con te una fetta di intimità, e l'istante dopo le avverti lontane, lontane, appartenenti a una galassia sconosciuta. 

Quando tutto questo balza agli occhi nasce la frustrazione. 
Credo che la frustrazione sia uno dei sentimenti più dolorosi che esistano, perché nasce da un impedimento che ci proibisce di fare qualcosa di cui si sente invece un bisogno assoluto. Provoca rabbia, un tasso di rabbia difficile da gestire; provoca impazienza, perché è difficile perdurare in una situazione in cui una parte di te vuole traboccare e invece si è costretti a bloccarla, a schiacciarla, come se fosse sbagliata, come se si trattasse di un aspetto viziato e corrotto, che è meglio celare. E intanto tu sai che invece sarebbe giusto, sarebbe meglio, che questo grumo che viaggia indolente tra il cuore, la gola e il cervello potesse essere rigurgitato. Con arroganza, anche, e poi lasciato lì alla mercé degli sguardi più altezzosi. Lo sai, ma sei impotente.

La frustrazione è anche pericolosa, perché a lungo andare, se non la si riconosce, può trasformarsi in rancore e può rendere la vita amara e corrotta come uno yogurt inacidito e ammuffito. Si diventa tristi, poi. Ci si trasforma in individui tristi perché ci si sente inabili, incapace di esprimere i propri sentimenti. Si pongono dei limiti, che all'apparenza dovrebbero aiutare ma poi, inevitabilmente, diventano paletti che limitano il nostro spazio privato, ci fanno credere di non essere in grado. Di non essere all'altezza. Finisce che limitiamo noi stessi.

Forse è fiducia mal riposta, forse diversi modi di comunicare che scatenano incomprensioni. Ma una delle prime conseguenza è la delusione. 
Nel mio caso, in particolare, è anche tanta stanchezza. Vorrei urlarle, sì, certe parole, e vorrei prendere a schiaffi certe persone, ma mi rendo conto che è una tensione volta solamente ad autoaffermare me stessa. Non servirebbe a niente, anche perché non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, e peggior cieco di chi non vuol vedere eccetera. Siamo circondati da handicap sfoderati all'uopo.

In realtà forse questi momenti sono occasioni, occasioni preziose. Per ridimensionare dinamiche o relazioni o atteggiamenti. Momenti che aiutano a osservare le cose con distacco e a leggere la verità tra le righe, soprattutto in quello che mai è stato detto bensì dimostrato. E spesso scopri che la verità sembra stare ancora lì, ancora dove la percepivi tu, e allora la frustrazione aumenta perché, diamine, sarebbe così semplice…

Comunque. 
Una giornata del pio capita a tutti, e periodicamente ci caschiamo dentro. Viene voglia di mollare la presa, di calare le brache, di… di… Come accidenti lo dite voi? 
Poi però pensi che è come un cielo autunnale pieno di nuvole bigie e gonfie d'acqua. Promette male, allontana il buonumore, porta stanchezza. Ma tutti lo sappiamo, lo sappiamo bene. Dietro a quelle nuvole il sole c'è, e continua a splendere. 
Il sole poi torna e scalda l'anima.


Buon weekend, e spero sia pieno di sole e di calore.
L.

Commenti

  1. ho'oponopono.. mi ha aiutato molto. Perché la frustrazione fa davvero male, a noi stessi.

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