Rientri, ritorni, nuovi inizi

 


E così ci siamo di nuovo. 
L'ultima settimana di agosto è iniziata, e al suo termine sarà già settembre. Ovvero il momento di riprendere le redini, di tornare alla concentrazione, di ripartire.

Ogni anno ho la percezione che l'arrivo di settembre consista in un nuovo inizio, come se le vacanze servissero più che altro a salutare ciò che è già stato, a prepararsi al nuovo in arrivo.
Quest'anno, beh. Mai così.

Il 2023 si è rivelato finora un anno decisivo per me, o, come diceva il mio oroscopo, "risolutivo". In effetti. La mia vita sta cambiando, anzi è già cambiata, e tutto ciò che prima mi forniva delle sicurezze, persino le consuetudini più banali, oggi non c'è più. Tutto è diverso, nella percezione, nei dati di fatto. Ogni avvenimento è una sorpresa e ogni passo che compio, seppur piccolo, è un passo di ricostruzione. Tutto è per me, in questo periodo, una novità.

Dopo tanto tempo mi trovo a dover pensare a me stessa, a pensarci seriamente, a pormi delle domande che non sgorgavano nel mio cuore da decenni. Non ho più l'incoscienza dei vent'anni, eppure, anche se a volte quel che mi si para davanti mi spaventa, sento più di tutto in me l'entusiasmo. Ritrovo una forza e una lucidità che pensavo di aver perso nelle abitudini quotidiane.

Ci rifletto spesso, su questa questione di "non essere più in grado", di "non avere più le risorse" o di aver perso questa o quella capacità. Invece no, non è affatto così. Siamo macchine strutturate per vivere, per affrontare sfide inedite, per accogliere nuove occasioni. C'è sempre in noi l'opportunità di scovare l'energia giusta, quella che trascina in avanti o ci obbliga a un momento di stop per valutare dove siamo, in quale direzione stiamo andando. Ma siamo anche esseri pigri, che amano le sicurezze e le abitudini perché costano meno fatica, e purtroppo a volte questa indolenza diventa una sorta di freno, addirittura un ostacolo.

Ecco, il mio agosto è servito a questo: a comprendere in profondità che nulla è definitivo e immutabile, e che se solo si ha il coraggio di guardare oltre - oltre le paure, oltre i rischi, oltre le difficoltà - ebbene, allora si può scorgere qualcosa che aspetta proprio noi, un'opportunità che è in attesa soltanto di essere colta. Qualcosa che ci guiderà su strade mai percorse prima e che, nel bene e nel male, diventerà parte della nostra esperienza. 
Fa male tagliare i rami, sempre. Ma è pur vero che solo così possono nascere germogli più vigorosi. 

Nel mezzo dei tagli e dei cambiamenti, ciò che nella mia vita è rimasto fisso è il lavoro. Settembre per me è il mese del ritorno alla concentrazione, all'efficienza, e ancor più lo sarà quest'anno perché il nuovo romanzo è in uscita in autunno. Manca poco! 
E così in questi ultimi giorni dal sapore estivo mi preparo al lavoro in arrivo, ora sostenuta da collaborazioni del tutto femminili e particolarmente fruttuose: sono contenta di aver incrociato nel mio cammino due donne che hanno la mia tenacia, il mio punto di vista sulle questioni, il mio stesso approccio nella risoluzione dei problemi. 

E poi, tra un pensiero e l'altro, capita di passeggiare e trovare su un muro del muschio a forma di cuore. Per quanto mi riguarda, non può che essere di buon augurio. Un ottimo augurio per un nuovo inizio e per il migliore ritorno a ciò che conosco, che è parte di me. 

Baci,
L.



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