Consigli di lettura: La tetralogia de "L'Amica Geniale" di Elena Ferrante


"L'Amica Geniale" è comparso nella mia vita a caso, dopo averne rimandato a lungo la lettura, praticamente in contemporanea alla messa in onda dell'omonima serie Tv sui canali Rai. So bene quindi che oggi c'è un rinnovato interesse per questa saga, per questa storia, e non posso che esserne felice. Spero che tutti la leggano perché l'ho trovata bellissima.

Non mi voglio limitare al "bellissima", è un aggettivo troppo piccolo, troppo chiuso in se stesso per definire questi libri. La storia, per chi non lo sa, è quella di due amiche d'infanzia che si snoda lungo l'arco di tutta una vita (o quasi). E' suddivisa per periodi, dall'infanzia alla vecchiaia, e insieme al racconto delle vicenda di Lila e di Elena, le due protagoniste, è una lunga narrazione di ciò che le circonda: gli amici, i nemici, le famiglie, le usanze e, soprattutto, il rione. Il rione napoletano in cui le ragazze sono nate non è solo uno sfondo, un'ambientazione, un elemento letterario, ma il soffio vitale di questi romanzi, ciò dove tutto ha inizio, ciò da cui non ci si può staccare (nonostante i tentativi e, qualche volta, l'autoconvinzione di riuscirci).

Una Napoli dura, cruda, ributtante e allo stesso tempo terribilmente affascinante, non è lo sfondo su cui si recitano le vicende dei vari protagonisti, ma un vero e proprio personaggio caratterizzante: definisce la lingua, la gestualità, le gerarchie, le usanze, i moduli comunicativi, le regole da rispettare o da infrangere, a costo di pagarne le conseguenze. E le conseguenze, crudeli, ci sono per tutti, anche per chi a Napoli è sempre stato fedele.

A far da sfondo invece alle vicende delle protagoniste sono le narrazioni collaterali, anche quelle di un Italia, che, con tutti i suoi sommovimenti politici e culturali, ci porta dal dopoguerra all'oggi. Tutti i tentativi di adattamento, di distacco e di avvicinamento, sono anche lo specchio degli anni di "formazione", del terrorismo, della corruzione, che hanno contraddistinto la nostra storia nazionale. Ciò che pare invece non cambiare mai, nonostante l'apparente ricerca di modernità, è proprio il rione, partenza e punto di arrivo dei personaggi, nella loro brutalità e nel loro vitale essere grezzi.

Il linguaggio della Ferrante è liscio, scorrevole, forte, duro, a volte grezzo e talmente consapevole da apparire quasi immaturo. Ma sempre affascinante, in grado di catturare le emozioni di chi legge, di creare immagini evocative e ricche, come se anche noi potessimo sentire gli odori, il puzzo quasi dei quartieri poveri, come se potessimo avvertire l'umidiccio del sudore, o poter toccare mani callose e corpi magri e ossuti, dalla pelle tesa e pallida.

La Ferrante mette in condizione il lettore di amare questi personaggi cattivi, di sentire nel cuore le loro più terribili emozioni. E, terminata la tetralogia, non c'è che sentirne la mancanza e portare con sé l'amarezza, strettamente legata alla speranza di un riscatto, di un ritorno.

L'unico mio consiglio, se vi piace leggere, è di godervi le parole, i periodi, le immagini. E' quello di buttarsi in questa amicizia malata, morbosa e inevitabile, tra l'amica geniale e l'amica cattiva. Senza giudicare, senza scegliere, senza schierarsi, senza fare domande.

La tetratologia, tutta edita da e/o, è composta da:

L'amica Geniale (€ 18,00)
Storia del nuovo cognome (€19,50)
Storia di chi fugge e di chi resta (19,50)
Storia della bambina perduta (€19,50)

Personalmente li ho amati tutti e quattro, anche se "Storia di chi fugge e di chi resta" mi è parso il più lento e il più sgradevole, strettamente legato alle vicende dell'Italia degli anni di piombo, al terrorismo, alla sperimentazione, alle droghe. Naturalmente è solo una mia opinione!

Buona lettura =)
L.

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