Post del pomeriggio, con Mozart e un the



Riflettevo in questi giorni su quanto è semplice perdere la strada.

Sapete, per me che ho sempre la testa infilata in qualche cosa è facile distrarmi, scordare scadenze, impegni, date eccetera. Però quando mi focalizzo su qualcosa, che sia lavoro o studio o famiglia, niente - e dico davvero: niente - riesce a smuovermi dal mio obiettivo.

Sono caparbia e determinata.
Però, a parte i grandi eventi della vita che cambiano tutto, siano essi imprevisti o meno, vi è mai capitato che piccoli fastidi mandassero all'aria progetti o programmi? 

Io mi ci sono trovata proprio in questo periodo, misteriosamente 'abbandonata' dal mio relatore di laurea, in attesa angosciata di una risposta, e ponendomi svariate domande. Chiarisco subito: non ho trovato nemmeno una risposta. Non conosco perché, né se è successo qualcosa, nulla.
Credo solo che nel 2018 non è credibile che non si legga una mail, ancor meno se avvisati e sollecitati.

No, mi spiace ma non è tollerabile.
Ho avuto un grosso momento di ansia, qui con le mani in mano e contando i giorni scorrere, con i tempi strettissimi che ho. 
Alla fine ho fatto una rapida analisi, e ho capito che ciò che mi urtava era la sempre più concreta possibilità di mancare l'obiettivo (laurearmi a maggio) dopo un anno di programmazione serrata. Così ho pensato di rifocalizzarmi e fare la cosa più ovvia: trovare un altro relatore.

Semplice, immediato, indolore.
Onestamente, quello che è successo non mi interessa. Non me ne capacito ma si vede che quella via non andava, e punto. Capisco però che avrei perso la strada, sì, perché le prospettive erano evidenti.
Non c'entrano né stima né rispetto, e per fortuna i miei voti mi consentono di rivolgermi a qualcun altro in maniera abbastanza fluida. 
Da persona adulta, semplicemente, mi comporto come devo: se una cosa non va bene la cambio.

E' sempre stata, questa, la mia filosofia di vita, e chi mi conosce lo sa bene. Devo dire che è finalmente piacevole poter seguire la mia indole in maniera semplice, senza drammi o delusioni o crolli emotivi o, ancor peggio, sensazioni forti di fallimento crescente, proprio nel centro del petto.

Quante cose sarebbero andate diversamente se l'avessi imparata prima questa agilità; quanto tempo e delusioni e domande avrei risparmiato. E ve lo dico con sincerità: il mio finissimo quindicesimo senso anche in questa situazione sentiva che c'era qualcosa di distorto. E' che non riusciva a spiegarmi cosa fosse.

Ma la morale della favola è: non importa se non si capisce cosa o come. Perché o quando. I motivi o le attenuanti. Le sensazioni difficilmente sbagliano e se le cose non vanno è meglio non sprecare energie, basta in fondo cambiare strada.
Meglio cambiarla che perderla, la strada.

E per quanto mi riguarda il nuovo professore è stato molto contento di 'arruolarmi' e ho già una nuova tesi bella e fiammante, davvero adatta a me! Sto già lavorando sul materiale e, davvero, l'argomento mi intrippa.
Intanto ho scoperto che l'autrice del primo testo, vera pietra miliare nella storia del femminismo occidentale e dei diritti delle donne, ovvero la signora Mary Wollstonecraft, altro non è che la mamma di Mary Shelley... Come chi?? Mary Shelley è l'autrice di Frankenstein (nonché moglie di Percy Shelley, immenso poeta romantico)!.

(John Opie - Mary Wollstonecraft)

Insomma, mi si è riscatenata la vena letteraturalia!

Ne vedremo delle belle!
Baci,
L.

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