Ora di vacanza

 

Sono qui, proprio ora, sul mio terrazzino nella casa in montagna. Non c'è nemmeno un rumore, è incredibile. Non campane che suonano, non macchine che passano nella strada sottostante. Nemmeno una voce, un tramestio di casa. Devo aver beccato un istante idilliaco per aprire il mio blog, uno di quei rari incroci temporali - durerà pochissimo - in cui sembra di essere parte di una cartolina, e non viene da chiedersene il perché.
Ecco, è già finito.

Comunque, in questa brevissima parentesi dal rumore della vita, ho dovuto rendermi conto che anche io sono stata chiusa in una specie di parentesi negli ultimi mesi, ed è stata molto lunga.
Da maggio a oggi, uh!, è cambiato tutto. Mi fa effetto, se ci penso, eppure sono abbastanza abituata ai cambiamenti. E' che non ho avuto il tempo di godermene neanche uno, sono passata da uno stato all'altro all'altro all'altro all'altro di continuo, senza fermarmi. Mi sento in un frullatore, rendo l'idea?
 
Mi sono trasferita, sono tornata a casa. Sto riscoprendo croce e delizia della vicinanza della famiglia, degli affetti, e il piacere di frequentare gli amici dopo anni di distanza e il peso dei lockdown. 
Sto prendendo confidenza con distanze, comodità e luoghi a cui una volta non prestavo attenzione ma che negli anni mi sono mancati, eccome. E ora scopro che certe cose non sono più automatiche, che qualcosa si è perso via via e che è un piacere ritrovarle, come fossero nuove.
Si manifesta in me il gusto della normalità, che un tempo mi avviliva.

Così, anche se un poco soffro per ciò che ho lasciato indietro - altre amicizie, più o meno recenti; colori e sapori e paesaggi incantevoli; ritmi pacati - ecco che tiro le somme di tante esperienze; è stata bella la mia vita, finora, ricca e generosa perfino nei momenti di dolore. Ed è tuttora ricca e generosa, perché anche se mi sento, appunto, in un frullatore, perseguo con testardaggine gli impegni dell'ultimo anno, trasferimento nonostante: sto correggendo un libro; mi appresto all'ultimo controllo del mio romanzo che - udite udite! Finalmente lo posso svelare! - dovrebbe uscire entro la fine dell'anno; e intanto riagguanto con affetto le pagine di questo mio blog, pagine a cui voglio bene e a cui piace dedicarmi con calma. Infine, porto avanti il progetto di arredo del bed&breakfast di una coppia di amici e, anche se al momento mi sento un po' satura, spio pagine e siti web, nei tempi morti, per completare l'arredo anche della mia, di casa. Una casa nuova, un posto nuovo (ma non troppo!) per una vita forse non nuova ma di certo diversa. Una vita in città, nella mia città, dopo vent'anni. 
Wow!

Ora però voglio fare una sosta. 
Da qualche settimana sono in montagna, per sfuggire al caldo e ritrovare concentrazione, riprendere in mano il lavoro che per forza maggiore avevo accantonato. Non ci sono rimasta, nella nuova casa, se non il tempo necessario di sistemare alla meno peggio mobili e scatoloni. Mi sono presto ritirata in questo piccolo paese, sconosciuto ai più, dove da sempre mi sento in pace, e chissà mai perché. Soltanto stasera, però, in quell'istante di silenzio assoluto, in cui è sembrato che si fermasse ogni cosa, ho sentito il bisogno di fermarmi anche io. Di assaporare queste giornate, questo posto. Questo periodo particolare, in cui niente è ancora abitudine e non ho dimestichezza con le incombenze e le necessità. Di respirare, rimuovere fatiche e paure degli ultimi mesi.

E' l'ora di fare una sosta, sì. Non solo per me, a quanto pare, perché il calendario oggi mi ha fatto notare che è il 3 di agosto, e che forse quella buona dose di stanchezza, fisica e mentale, non è legata soltanto ai miei ultimi giri di pagina, ma allo scorrere naturale dei mesi. 
Quanto sa far perdere in lucidità un trasloco, ragazzi! E in questo caso, quando non è "solo" un trasloco, ma è un trasferimento totale, è ancora peggio. 

Quindi, che dire? 
Inizio le vacanze!
Prendo una bella pausa dal blog - a meno che, naturalmente, non salti fuori qualcosa da raccontare che non si può proprio rimandare! - e, in generale, da vita social e internet, e lavori caricati di impeto e di troppa energia (che comunque al momento davvero non ho; sono esausta!). 
Ho delle scadenze generose, davanti, quindi cercherò di rispettarle con un po' di dedizione ma, allo stesso tempo, con il piacere del tempo libero e del concetto di vacanza. Un po' di famiglia, qualche ora per me, gli amici e un bicchiere di vino, un buon libro. Le montagne intorno che mi rilassano e qualche passeggiata. 
Penso che sarà una buona estate.

Auguro anche a voi una splendida estate, delle buone vacanze ma, soprattutto, vacanze che sappiano essere rigeneranti. Meglio fare il carico di energia, chissà cosa ci aspetta in autunno! 
Ci ritroviamo a settembre, amici. Sempre qui!

L.

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