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Visualizzazione dei post da marzo, 2020

L'unico antidoto

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E' un periodo difficile per tutti noi.  Per chi è più consapevole, per chi è stretto nelle maglie della disperazione e per chi ancora ne sente "solo" parlare e magari pensa a falsi allarmismi, a complotti o a che altro. Si legge di tutto. Tanto che fa venire la nausea, tanto che a un certo punto non se ne può più. E allora si va alla ricerca di leggerezza, ma anche quella pare a volte troppo, sembra fuori luogo, striscia sulla pelle come non riuscisse ad aggrapparsi e a penetrare e scivola via subito. Non è il momento per la leggerezza. Ma non è neppure il momento del panico, né del rifiuto, né della paura. E' il momento della consapevolezza. Della giusta preoccupazione, ma anche di mettere a prova noi stessi: non si può lasciarsi andare, non si può far finta di niente, non si deve cedere alla disperazione, e nemmeno fingere che, siccome non ci tocca da vicino, non sta succedendo nulla. STA SUCCEDENDO! Sta accadendo quello che le nostre menti piccole

Consigli di lettura: 4321 di Paul Auster (e altre considerazioni)

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Ho già espresso le mie preoccupazioni sul Coronavirus nel mio POST precedente , e in seguito alle disposizioni governative sto seguendo le istruzioni e me ne sto buona buona a casa, lavoricchiando e facendo in linea di massima quello che preferisco: leggere. Così sono da poco riemersa da una lettura lunga e impegnativa, che avevo quasi timore di affrontare ma che invece, naturalmente, mi ha dato molti spunti di riflessione.  Il libro in questione si intitola 4321 e l'ho acquistato qualche mese fa senza aver letto alcuna recensione, senza sbirciare nella quarta di copertina, spinta soltanto da un impulso affettivo; l'autore, Paul Auster, è stato infatti uno dei miei preferiti in giovinezza: ho adorato Trilogia di New York, in particolare Città di Vetro , ho amato La Musica del Caso e Mr Vertigo,  che mi aveva appassionato e su cui a suo tempo avevo scritto una tesina brillante. Per non parlare di Smoke e Blue in the Face , da cui sono stati tratti due film icona con Harvey

Tra la preoccupazione e la paura

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Sapete, io non sono una persona che solitamente si fa prendere dal panico. Anzi, paradossalmente è proprio nei momenti di panico che la parte più razionale e calcolatrice della mia persona viene fuori. Non sono nemmeno una persona superficiale, o che prende sottogamba le situazioni. Ebbene, in questo momento di emergenza per il Corona Virus mi sento confusa. Le notizie che arrivano sono contrastanti ma, se devo tirare una somma dell'ultima settimana, mi appaiono sempre più allarmanti. Non ho mai commentato né condiviso alcuno dei post che ho letto su Facebook o sugli altri social, nemmeno quelli "sdrammatizzanti" su cui ho riso, nemmeno quelli con cui mi sono trovata d'accordo. Mi rendo conto che per ogni interpretazione esiste il suo contrario, per ogni azione positiva esiste una ripercussione negativa, o più. Avverto la percezione distorta della situazione che a volte purtroppo è una sorta di autodifesa dalla paura tirata al limite. E' complicato