Leggere: come, quanto... E quando?

 

Oggi provo a rispondere a tre domande che, ogni anno, qualcuno mi pone. Anche nell'ultimo mese ho ricevuto diversi messaggi in cui mi è stato chiesto: «Come fai a leggere così tanti libri?». La risposta più banale, quella che - lo confesso - ho dato a tutti sull'impulso del momento, è sempre la stessa: guardo poca Tv, e dedico poco tempo ai social. Però poi mi sono resa conto che non basta questa risposta, che sorgono altre domande, proprio in chi vorrebbe imparare a leggere: leggere come hobby, come buona abitudine.
Così ci provo, anche se naturalmente esprimo qui solo il mio pensiero, soggettivo e personalissimo.

Leggere: come?

Innanzitutto, lasciatemi dire: non esiste un come, un modo "giusto" o un modo "sbagliato". Posso dire, e questa è la mia esperienza, che la lettura è un'attività che, come tante altre, va allenata: i primi tempi sarà lenta e a volte faticosa, magari stancante. Ma poi, insistendo, il cervello impara a elaborare questo tipo di attività, come tante altre, quale parte della giornata. 

Sapete che esiste una teoria scientifica per cui il cervello impiega 21 giorni ad assimilare qualsiasi attività e a trasformarla in routine? Ovvero: se io ogni giorno dedico del tempo a una data attività, con costanza, dopo questo periodo di tempo il mio cervello assimila il fatto che non si tratta di un momento occasionale, ma di un'abitudine: si predispone quindi a una concentrazione immediata, volta a ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo. Vale per qualsiasi "novità": un nuovo regime alimentare, una nuova attività fisica, un nuovo lavoro. Come a dire: le prime tre settimane sono le più complicate. Ma bisogna tenere duro.

Allora, consiglio numero 1: iniziate! Aprite un libro e iniziate a leggere. 

Consiglio numero 2: Godetevi la lettura. 
Può essere che non tutto vi sia congeniale: cercate un titolo che sia affine ai vostri gusti, per argomento o per stile. Se faticate a trovare concentrazione, è inutile iniziare con Guerra e Pace. Se non sapete da che parte girarvi, esiste una categoria di persone meravigliosa: i librai. Rivolgetevi a loro, raccontatevi, chiedete aiuto; hanno molta esperienza e difficilmente sbagliano. Ma voi siate molto chiari!

Consiglio numero 3: Datevi un piccolo obiettivo giornaliero; che ne so, un capitolo. O un certo numero di pagine. Così anche se vi viene la tentazione di abbandonare, sapete quanto dovete resistere.

Consiglio numero 4: Gratificatevi! 
La lettura deve essere un piacere, e se riuscite ad abbinare questo "sforzo" a un piccolo rito (un cioccolatino? Un tè? Una sigaretta?) sarà più semplice non accantonarla.

Consiglio numero 5: Allontanatevi da televisione, computer, telefono. E da figli, mariti (mogli), lavoro.
Per qualche minuto al giorno, dedicatevi solo a voi stessi.

Infine: ogni volta che leggiamo un libro, dovrebbe rimanerci attaccato "qualcosa"; un piccolo arricchimento, diciamo così. Allora forse un buon esercizio è domandarci "cosa" ci sta dando, ci ha dato, il libro che abbiamo tra le mani. Può essere un "messaggio", una frase, uno spunto di riflessione: perché non scriverlo? Se dedicate un quadernino a questo genere di appunti vi renderete conto col tempo di quanto la vostra sensibilità diventi più sottile; vi renderete conto, anche, di cosa e quanto state leggendo, e dei vostri progressi. Scripta manent, ricordatevelo!


Leggere: quanto?

Eccola qui, la domanda più insidiosa... Chi legge di più è più fico? Ma rispetto a che?
Dai, su, è un parametro inesistente! Non esiste una misura! E non c'è alcuna gara, nessun premio da vincere, se non una soddisfazione personale.
Io lo scorso anno ho letto 75 libri (di narrativa, cioé romanzi o raccolte di racconti). È tanto? È poco? E chi lo stabilisce? 
Se penso a me stessa sono soddisfatta per il numero, perché l'ho incrementato di cinque titoli rispetto all'anno precedente; lo sono meno per la qualità, perché diversi, tra i libri che ho letto, non mi hanno soddisfatto del tutto o, comunque, mi hanno lasciato poco (in termini di arricchimento). E sapete come me ne accorgo? Dal famoso quadernino: quando non ho lo stimolo a riprendere frasi, a scrivere annotazioni... Beh, vuol dire che il mio cuore ha battuto poco. Quest'anno allora ho deciso che mi dedicherò a letture più sostanziose, a quei libri che compro non in seguito a uno stimolo del momento, alla curiosità, ma in base a scelte ponderate: i libri che "vanno letti", insomma.

Quindi, come possiamo darci una misura, un numero?
È semplice, non poniamoci un traguardo! Godiamo dell'attività del leggere, per il gusto di leggere. E basta.

Ok, so già che qualcuno non è soddisfatto.
Allora ho un unico consiglio: provate a darvi l'obiettivo di un libro al mese. 
Se a qualcuno può sembrare molto, propongo un rapido ragionamento. Un libro di lunghezza media consta di circa 250 pagine. Nell'arco di un mese si tratta di meno di dieci pagine al giorno. Per la precisione: in un mese di 30 giorni sono 8,33 pagine al giorno! 
A mio parere è fattibile, anche per i più pigri. Certo, bisogna ricordarsi di farlo. Torno allora al punto precedente: allenate il cervello a considerare la lettura come parte delle vostre attività giornaliere... 21 giorni...

Per la cronaca (e ora faccio schizzare la vostra motivazione in alto in alto!): secondo le statistiche in Italia chi legge almeno un libro al mese è considerato un lettore forte.

(per quanto riguarda la sottoscritta, mi è stato detto che io sono uno dei garanti del PIL annuo dell'editoria, e ancora rido quando penso al mio editore che ne parla...!)

E allora, diamine, che aspettate?? 


Leggere: quando?

Questo è un altro punto che merita attenzione. C'è un momento "buono" per leggere? Credo di no.
Penso che non dovremmo scordare mai la base di tutto il ragionamento, cioè che leggere deve essere un piacere, non un obbligo. 

Allora, in quest'ottica, bisogna comportarsi come è normale fare per qualsiasi attività del nostro quotidiano. Voglio vedere un'amica, quando? Giovedì dopo il lavoro, per un aperitivo. Voglio andare a fare shopping, quando? Sabato pomeriggio. Voglio fare una torta, quando? Domenica mattina. Voglio portare la mia bambina a danza, quando? Il martedì e il giovedì pomeriggio. Voglio uscire a cena con mio marito, quando? Sabato sera, i figli li lascio alla nonna. Eccetera eccetera. 
Vedete? La questione è pensarci!

Per essere più pratici: ogni momento è buono. Prima di addormentarvi (e questo è il consiglio che aspettate. Conosco già le obiezioni: mi si chiudono gli occhi!); la sera, prima di preparare la cena; qualsiasi volta che vi state annoiando, in alternativa a facebook o instagram; quella sera che in Tv non danno niente, o vostro marito insiste per vedere quel film "spara-ammazza" che a voi non interessa; mentre siete in metropolitana o in treno; mentre siete in coda e aspettate: dal medico, dal dentista, dal parrucchiere, negli enti, negli uffici; mentre siete sul water.... Devo continuare? 
Ammettetelo: spesso il problema non è «Non ho tempo», ma «Non ci penso» o «Non ne ho l'abitudine». E, ancora, rimando al primo punto.

Personalmente: ho scoperto che amo leggere la mattina, quando sono ancora un po' rincoglionita dal sonno e non ho voglia di interagire o di parlare. Mi ricavo mezz'ora, a volte anche meno, ma questo momento attiva la mia testa e mi mette di buonumore. 
Ci tengo anche a precisare un concetto (perché, anche questo, mi è stato più volte fatto notare): è pur vero che io non ho l'impegno giornaliero di un ufficio, un negozio, una fabbrica o qualsiasi altro ambiente lavorativo vogliate aggiungere. Ma lavoro anche io le mie otto-dieci ore al giorno, e anche il mio è un lavoro che non prevede la "lettura per piacere". Anzi, fidatevi: disciplinarvi alla concentrazione e alla costanza quando lavorate da casa vostra (e quando non tutto quello che fate è semplice, interessante o piacevole) è ancora più impegnativo. 
Quindi è il momento di smettere di trovare scuse!

***

Ho scordato qualcosa?

Spero che queste mie riflessioni vi siano utili o, almeno, che le abbiate trovate interessanti.
 
C'è ancora un'altra domanda che mi ponete spesso: leggere per piacere e leggere per lavoro, c'è differenza? 
Ne parliamo nel prossimo post!

Baci,
L.




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