Rispetto e ammirazione (un post al femminile)

Come in tanti ormai saprete, lo scorso venerdì è andata in onda su TV8 l'ultima puntata dello show Cuochi d'Italia All Stars, che ha decretato, dopo il precedente successo nella seconda edizione (2018), una nuova meritata vittoria per Rosita Merli (congratulazioni!). 

(Immagine tratta dal web)

Ora, ho parlato diverse volte di Rosita, qui e in altre sedi, e di come è nato il mio rapporto con lei e il progetto che abbiamo portato avanti insieme, quello che ha dato vita al nostro libro di cui entrambe continuiamo a essere molto fiere. Quindi, oggi, non ho intenzione di raccontarvi ancora di Rosita personaggio, e del suo successo, eccetera eccetera. Vorrei invece condividere una serie di riflessioni che ancora questa meravigliosa donna evoca in me.

Innanzitutto, per Rosita nutro un immenso rispetto, che è forse una specie di "transfert" del rispetto che lei stessa ha per ciò che fa. Ho sempre pensato che cucinare per gli altri con amore sia una dote di pochi, soprattutto quando lo si fa per lavoro, e ne ho avuto conferma. Il rispetto per gli ingredienti, per la cura con cui vengono trattati, per la trasmissione di usanze e tradizioni è di certo una delle sue più forti caratteristiche.
Ma Rosita non è soltanto una cuoca, è anche una madre, una moglie, una nonna. Una donna. E in questo senso, quando penso a lei in quanto donna, cercando di scollegarla dall'immagine televisiva, e anche da quella in cui è chiusa nella sua cucina o al tavolino dopo il servizio mentre chiacchiera con i clienti (ecco, qui è già più faticoso!), ebbene, mi rendo conto che per lei provo una sconfinata ammirazione. Davvero. 

Parliamo ogni giorno sui nostri blog, sulle nostre pagine, dell'importanza delle donne nella società, di emancipazione, di diritti e di doveri. Ma vi chiedete mai se dietro i numerosi slogan che ci propinano ogni giorno, dietro ciò che ci dovrebbe definire non ci sia un'altra comfort-zone? Che ritratto abbiamo oggi, dentro di noi, dell'essere donna? 
Io ne ho diversi. Sono contraria al concetto di emancipazione standardizzato e fine a se stesso, perché sono sicura che ognuna di noi ha un criterio intimo e radicato, una scala di valori non generale ma personalizzata, ha un rapporto unico con le tradizioni. E naturalmente è così anche per gli uomini, anche se in un certo modo si dà sempre per scontato che per loro sia tutto più liscio. E' davvero così? Non so. Però non siamo tutti uguali e non siamo tutte uguali, e ognuna di noi ha delle predisposizioni che dovrebbe ascoltare e assecondare, ma non per questo rinunciare a progetti ambiziosi, o cedere allo sconforto quando gli altri si aspettano qualcosa di ben determinato da noi, e ci inquadrano in un'immagine definita e limitante. 

Ecco, credo che Rosita sia ammirabile proprio per questo: per la sua forza, la sua cocciutaggine, la sua umiltà ma anche, d'altro canto, l'onesta consapevolezza di sé e delle proprie capacità. Quante, tra noi donne, sono in grado di riconoscere in sé queste doti, e di assecondarle, di esserne fiere?

Io ammiro Rosita; è un esempio per me. Non è facile mettersi in gioco, e farlo alla sua età, in maniera sfacciata ma allo stesso tempo timida e curiosa e rispettosa, così come ha fatto lei: dopo una vita trascorsa nella cucina di un piccolo ristorante di Gubbio, dopo anni dedicati al lavoro, al marito e ai figli, decide di raccogliere un invito (che subito diventa una sfida con se stessa) e di fare un salto al di fuori del proprio mondo; per divertimento, certo, ma in fondo in fondo per mettersi alla prova con il mondo "là fuori"; un mondo che, nella fattispecie, è rappresentato da una città come Milano, dove Rosita non era mai stata prima. Lei, piccola (grande) cuoca di Gubbio, all'improvviso è alle prese con chef stellati e concorrenti giovani e agguerriti. E semplicemente decide di essere se stessa. E sbaraglia tutti. 

Simpatia, senso dell'umorismo, confidenza naturale con le persone. Certo, doti che per lei sono spontanee, ma vengono amplificate dalla sua intelligenza. Intelligenza è sapere che c'è sempre da imparare, da qualsiasi situazione, da qualsiasi persona. Intelligenza è capire che si può sbagliare, ma è meglio farlo rimanendo fedeli a se stessi. Intelligenza è anche conoscere i propri limiti. Intelligenza è rimanere aperti agli altri e tuttavia ancorati al proprio sapere innato e alle proprie origini, là dove ci aiutano a definire noi stessi.

Dopo quasi tre anni, dopo aver frequentato Rosita per piacere e aver lavorato con lei, dopo che è tornata in Tv (e sono sicura che la inviteranno ancora da qualche parte, perché la sua genuinità non fa che incantare) e ha ottenuto un altro successo restando la Rosita di sempre, bene, sono sempre più contenta di aver conosciuto questa donna. Credo che nella vita qualche volta si incontrano persone che sono in grado di arricchirci, e quando con queste persone avviene uno scambio, di qualsiasi natura, è un momento prezioso. Per me lo è stato. Mi ha aiutato ad ampliare le mie vedute, a non cedere allo sconforto. Mi ha insegnato a capire quando è necessario fidarsi degli altri, affidarsi all'esperienza ma non farne un'arma. E mi ha insegnato molte altre cose di cui, sempre, la ringrazio. 

Infine, un'ultima considerazione: metterci la faccia non è sempre un atto spontaneo. Per metterla in TV, quando non ci si lavora (e fare pure bella figura), ci vuole tanto coraggio. Questo mi insegna che forse a volte bisognerebbe smettere di pigolare, e dedicarsi a fare.

Detto tutto questo, se ancora non conoscete l'avventura di Rosita, vi consiglio la lettura del nostro libro =), che si trova su Amazon.



Baci,
L.

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